Comprate dal vostro spaccino di fiducia 4 pastiglie di ketamina. Fatto? Bene.
Prenotate una settimana di sedute dal migliore psicoanalista della vostra città. Fatto? Bene.
Allocate due ore e venti minuti di tempo per vedere Mulholland Drive. Fatto? Bene.
Potete iniziare, e nulla sarà come prima.
Partiamo da una inesistente trama.
In un non precisato spazio temporale, avviene un incidente stradale con una superstite. Tale superstite prima si accovaccia dietro il primo cespuglio nel giardino di una villa per non farsi beccare da una coppia di sbarbatelli che manco se la sarebbe calcolata, poi quando la padrona della dimora se ne va, ha la magnifica idea di intrufolarsi nella residenza e fare finta che sia la propria (what a fuck?!?!?!).
Intanto arriva in città la nipote biondina della proprietaria. Entrando nella casa in questione scopre la prima strafiga abusiva che il mondo ricordi ed inizia un dialogo surreale.
Conclusione: finiscono a letto insieme. Finisse sempre così avremmo risolto il problema degli sfratti e delle case occupate abusivamente.
La superstite vittima di amnesia cerca di ricostruire tutto il ricostruibile.
Il film si sposta e lo spettatore ricade in un'altra sequenza di eventi al limite del reale. Un giovane e affermato regista viene convocato nella stanza dei bottoni con il suo agente, i produttori di un film in uscita e due brutti ceffi altolocati presi direttamente dalle scene tagliate de Il Padrino.
Potrebbero essere migliori amici se non fosse che quel moralista del regista rifiuta una raccomandazione dell'attrice principale. Sono cose che non si fanno, almeno in un paese civile.
Evidentemente il suo oroscopo non era dei migliori dato che, in ordine: il film viene sospeso, torna a casa e scopre la moglie a letto con hulk hogan, imbratta il suo abito preferito con della vernice rosa ed i suoi conti in banca vengono azzerati. Sembra proprio una giornata di merda, finchè non incontra il cowboy (non è un soprannome) che con una pacca sulla spalla gli risolve tutto, a meno di un piccolo favorino.
Lo spettatore non fa in tempo a seguire la storia dell'intrepido regista Adam che viene scaraventato in un terzo filone: il più goffo assassino del Nord America e le sue imprese.
David Lynch condisce tutto ciò con uno psicopatico ed i suoi sogni, un uomo-letame che spunta dal nulla e altre chicche di questo tipo.
Già a questo punto della trama l'astante è nel bel mezzo di uno stato catatonico con la bava alla bocca e pieno di speranza che entro la fine del film riesca a capirci qualcosa di più. I suoi desideri vengono esauditi quando la scatola blu viene aperta.
Qui a mio avviso inizia la seconda parte del film, ma nel web la gente si sbizzarrisce a dividere il film in 3,4, N log N parti diverse.
Durante la seconda parte si ha la costante sensazione che il pezzo mancante del puzzle lo si abbia proprio in mano, con gli incastri al posto giusto, ma del colore totalmente diverso rispetto agli altri pezzi.
La biondina, aka Naomi Ellen Watts.
Da quando compare sembra di essere di fronte all'ennesima Antonella Elia buttata in mezzo ad un film senza che lei nemmeno lo sappia. Fino a quando non recita in un provino per un film (ironia della sorte) eseguendo un'interpretazione da Oscar.
Da quel momento si trasforma completamente e ti accompagna per mano in mezzo al set.
Benchè sia difficile definire un protagonista, lei si può considerare tale. Sicuramente il filo conduttore di tutta la pellicola.
E' il film che l'ha resa famosa. E se lo merita.
Lati positivi.
Il film lascia ad ognuno la propria interpretazione.
E' come se David Lynch ti desse dei mattoncini dei lego e tu hai la libertà di comporli come vuoi.
Le inquadrature alla Doom 3, le colonne sonore coinvolgenti ed inserite al posto giusto, i personaggi assurdi ma tutti caratterizzati nel modo consono al contesto, fanno di questo film un cult.
Il lungometraggio non muore con i titoli di coda. La voglia di rivederlo è tanta e si vuole continuamente scorgere il dettaglio, puntare l'attenzione su aspetti diversi della visione precedente.
Sensazionale la canzone ispanica posta in mezzo al film.
Nota di non poco conto, a volte rimani con il fiato sospeso e la tensione è palpabile.
Last but not least, le scene lesbo erotiche portano con sè un'ulteriore elemento di carica emotiva in un film già di per sè appassionante.
Lati negativi.
Questo non è un prodotto confezionato e dato dallo spettatore, non avrà mai un'unica interpretazione e un'unica trama. Neanche un finale e nemmeno un inizio univoco. Solo Lynch potrebbe sciogliere la sua complessità, cosa che il mattacchione è ben lungi dal fare.
Bisogna accettarlo così e per alcuni può essere spiacevole.
I flasback e flashforward si sprecano ed è persino difficile riconoscerli.
Molti elementi della storia sembrano presi totalmente a caso ed estranei al contesto.
Alcune scene sono forzate e troppo distaccate dalla realtà, vedi come la strafiga abusiva si accascia per fare un pisolino.
La recitazione dei singoli attori, a parte quella di Naomi, è tutt'altro che memorabile.
La co-protagonista, se così si può chiamare, non fa altro che rimanere zitta e farsi trasportare dagli eventi, oltre che slinguazzare chi gli capita sotto tiro naturalmente.
In conclusione, questo è un film da vedere. Non a caso la LAFCA (Los Angeles Film Critics Association) ha premiato Mulholland Drive come miglior film del decennio 2000-2009 e non a caso il buon Lynch è stato nominato agli Oscar come miglior regia per questo film.
Stay tuned.
Voto: ☺☺☺☺/5